Sacred 2: Fallen Angel (Recensione)

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  1. .Wolfpack.
     
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    [Recensione] Sacred 2: Fallen Angel



    Ancaria, 2000 anni prima. Sacred 2: Fallen Angel, seguito di quell’action GDR che quasi cinque anni or sono riuscì a convincere la critica e ad affascinare il pubblico, si rifà al format tanto in voga del “prequel”. Ben due millenni prima del ritorno del Negromante Shaddar, ci ritroviamo nel bel mezzo di una crisi energetica: l’Energia T, donata agli Alti Elfi dai Serafini, scatena una guerra civile tra le razze, mentre il suo enorme potere comincia a corrompersi con le energie negative che il conflitto scatena, e ad avere strani effetti sul territorio e le specie animali che lo popolano…

    Sei eroi, due sentieri
    L’offerta ludica di questo sequel prevede una lunga campagna in single player, e diverse modalità multi giocatore; in maniera simile a quanto già visto con il predecessore, sarà possibile affrontare la campagna singolo giocatore scegliendo uno tra sei personaggi disponibili, non modificabili nell’aspetto e nella sostanza, ma molto diversificati tra loro.
    Di quelli visti nel predecessore rimane soltanto l’inossidabile Serafina, caratterizzata dalla capacità di combinare magie difensive e d’attacco con micidiali armi da corpo a corpo.
    Ad essa vanno ad aggiungersi il Guerriero Ombra, umano non morto specializzato in corpo a corpo, dotato di armatura pesante, l’Inquisitore, che combina magia oscura e rapidi attacchi corpo a corpo, l’Elfa, abile nelle arti magiche offensive, la Driade, specialista in magie elementali e naturali ed abile con le armi da distanza, ed il Guardiano del Tempio, sorta di cyborg rassomigliante il dio egizio Anubi, in grado di convogliare l’Energia T direttamente nel suo braccio meccanico, utile sia per sparare da distanza che per combattimenti ravvicinati.
    La scelta successiva è dedicata invece al tipo di campagna che vorremo affrontare: sarà possibile camminare sul sentiero della Luce o dell’Ombra, con ripercussioni su alcune missioni della campagna principale, ed ovviamente sul finale.
    Ognuno dei personaggi ha un proprio background, ed un proprio luogo di partenza. Solo quattro di essi potranno affrontare indistintamente le due campagne disponibili, mentre la Serafina e l’Inquisitore sono legati rispettivamente al sentiero del Bene e del Male.
    In ultimo, la scelta della divinità di riferimento del nostro alter ego ci donerà una magia speciale, d’attacco o di cura, caratterizzata da grande efficacia al prezzo di un cooldown abbastanza alto.

    Scoprendo Ancaria
    Compiute le scelte iniziali muoveremo i primi passi in Ancaria.
    Sarà bene familiarizzare da subito on la mappa, strumento fondamentale per tenere ordine tra le moltissime quest sui cu vi troverete a lavorare in contemporanea. Utilizzata in abbinamento con la minimappa sempre visibile in alto a destra dello schermo, essa vi indicherà il luogo approssimativo dove la missione si svolgerà, tramite cerchi colorati; tale sistema si rivela purtroppo poco efficace, e vi capiterà più di una volta di fare confusione.
    Ancaria offre una notevole varietà di ambienti da esplorare liberamente: pianure, foreste, deserti, vaste città, piccoli villaggi ed accampamenti. Ogni location è riprodotta con un notevole livello di dettaglio, e caratterizzata da un design appropriato ed originale. Le notevoli distanze tra una regione e l’altra, improponibili a piedi, sono accorciate dalla presenza di portali di teletrasporto, attivabili ogniqualvolta ci passerete accanto. Più avanti nel gioco sarà possibile acquistare cavalcature, in sella alle quali si potrà anche combattere utilizzando sia le armi equipaggiate, sia combat arts dedicate, tra cui la carica ed il balzo.

    Molto action, meno GDR
    Il sistema di quest alla base del gameplay non differisce da quanto visto nel predecessore, e dalla media dei GDR: aggirandoci per la vastissima mappa troveremo NPC disposti ad affidarci una missione, ben riconoscibili grazie ad un punto di domanda; c’è naturalmente una lunga quest principale, che ci porterà ad esplorare in lungo ed in largo tutte le regioni di Ancaria, e ad affrontare i potentissimi boss che le popolano.
    I salvataggi, al contrario di quanto visto nel predecessore, sono legati al ritrovamento di monoliti sparsi sulla mappa.
    Purtroppo sia la quest principale che quelle secondarie risultano poco coese da un filo conduttore, e messo a confronto col predecessore, o con altri RPG, Sacred soffre di una certa inconsistenza a livello di trama, che ci porta a fare a pezzi tutto ciò che si muove spesso senza una vera ragione che ci spinga.
    Questo si ripercuote anche sulla scelta della campagna, dato che scegliendo tra Luce ed Ombra non vedremo grandissime differenze a livello di gameplay, se non qualche in quest principale e nel finale. Data la natura parzialmente ruolistica del titolo, era lecito aspettarsi qualcosa di più curato, ed alcuni fan del predecessore potrebbero rimanere delusi da questo aspetto.

    Be my hack’n’slash queen
    Il focus del gameplay è come di consueto centrato sul combattimento: come vuole la tradizione hack ‘n slash, la periferica di controllo principale è il mouse: un click col tasto sinistro sul terreno per muoversi, ed altrettanti sui bersagli per portare gli attacchi. Le arti di combattimento sono lasciate al tasto destro.
    A parte il vastissimo arsenale di armi medievali da taglio, da lancio e da distanza, la componente magica apre a molte possibilità di personalizzazione: ogni classe giocabile può evolversi seguendo tre differenti alberi di abilità. Man mano che saliremo di livello guadagneremo infatti dei punti, che potranno essere spesi per acquistare nuove abilità. A questo va aggiunto il fattore Rune: come accadeva nel primo capitolo, raccoglieremo dai nemici degli oggetti magici che ci insegneranno immediatamente una nuova combat art, ovvero una speciale mossa. Queste ultime, oltre ad accrescersi col passare dei livelli, potranno essere affiancate in un menu che ci permetterà di costruire vere e proprie combo; si comincerà col combinare due combat arts, ma salendo di livello potremo spingerci fino a 4. La possibilità di mischaire a piacimento arti di attacco, difesa e cura ed utilizzarle con la pressione di un unico tasto è apprezzabile, ed aggiunge una notevole componente tattica al combattimento.
    La longevità, già sconfinata grazie alle oltre 500 quest tra principale e secondarie presenti, è ampliata dal comparto multiplayer, che offre un’estesa modalità cooperativa per cinque persone con tanto di jump in tempo reale.

    Comparto tecnico
    Il comparto tecnico si presenta in una veste completamente rivista, che pur rimanendo legata ad una fastidiosa visuale isometrica è in grado di offrire un notevole livello di dettaglio. Completamente tridimensionale, l’engine è caratterizzato da una buona modellazione poligonale, rivestita di texture di qualità, e condita con un ottimo comparto d’illuminazione. La palette di colori utlizzata, oltremodo sgargiante ed accesa, dà un gradito aspetto cartoonesco agli sfondi.
    Peccato per un'ottimizzazione non al top: con tutti i filtri attivati, l'engine sarà in grado di mettere in ginocchio anche macchine di fascia alta.
    Il comparto audio vive di alti e bassi: ottime le musiche, tra cui citiamo in particolare la canzone appositamente scritta dalla band metal tedesca Blind Guardian, i cui membri appaiono all’interno del gioco in un concerto apprezzabile solo dopo aver completato una catena di quest, in cui ci ritroverete ad aggirarvi per Ancaria in cerca dei loro preziosi strumenti.
    L’effettistica è invece più piatta e monotona, ed il doppiaggio risulta spesso ripetitivo e poco ispirato.

    Multiplayer
    Il comaprto multigiocatore vede la presenza di una corposa modalità cooperativa, che permetterà ad un numero massimo di 5 giocatori di affrontare la campagna singolo giocatore, con salvataggi separati per ognuno di essi; sia l'ingresso sia l'uscita da una partita avvengono in tempo reale, con la possibilità per l'host di continuare da solo senza necessità di caricamenti.
    Vi sono anche due modalità free roaming, che permetteranno di aggirarsi per Ancaria in compagnia, in modalità cooperativa o competitiva.
    Durante le sessioni di prova non abbiamo riscontrato grossi problemi tecnici, tranne qualce sporadica disconnessione.

    Hardware
    Requisiti:

    - Pentium 4, 2,4 GHz
    - 1 GB RAM
    - Scheda video con almeno 256 MB di VRAM

    Consigliati:
    - Pentium Core Duo, 2 GHz
    - 2 GB RAM
    - Scheda video con almeno 512 MB di VRAM

    Commento finale
    Nel complesso, Sacred 2 si rivela un Action GDR oltremodo vasto ed impegnativo, caratterizzato da un sistema di combattimento sufficientemente profondo e personalizzabile.
    La quantità di dettaglio profusa in ogni centimetro dello sconfinato ambiente di gioco è eccezionale.
    I fan del genere action RPG non rimarranno delusi, e tra campagna single player e le divertenti modalità online avranno da fare per un bel pezzo.
    Peccato per la mancanza di una storia che sappia guidare il giocatore lungo l’avventura, e farlo sentire davvero parte di qualcosa, che potrebbe essere sgradita ai fan del primo episodio, molto più curato in questo senso.
    Dato l’invitante prezzo di scatola, consigliamo Sacred 2 agli appassionati di azione in salsa fantasy ed a tutti i fan del primo episodio, ma non ai puristi dell’RPG, che difficilmente troverebbero sufficienti elementi ruolistici nel lavoro di Ascaron.


    Fonte: http://www.spaziogames.it/content2/archivi...id=8421&zona=pc
     
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