C. Goldoni: La Locandiera - Riassunto, Scheda dei Personaggi e Analisi del testo

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  1. .Extinction of Mankind.
     
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    C. Goldoni: La Locandiera - Riassunto,
    Scheda dei Personaggi e Analisi del testo




    La locandiera è una commedia scritta da Carlo Goldoni nel 1750.

    La storia si incentra sulle vicende di Mirandolina, un'attraente e astuta giovane donna che gestisce a Firenze, con l'aiuto del suo cameriere Fabrizio, una locanda ereditata dal padre.


    Trama della commedia

    Primo atto

    Mirandolina viene costantemente corteggiata da ogni uomo che frequenta la locanda, e in modo particolare dal marchese di Forlipopoli, un aristocratico decaduto a cui non rimane nient'altro se non il prestigioso titolo nobiliare, e dal conte d'Albafiorita, un mercante che, arricchitosi, è entrato a far parte della nuova nobiltà. I due personaggi rappresentano gli estremi dell'alta società veneziana del tempo. Il marchese, avvalendosi esclusivamente del suo onore, è convinto che basti la sua protezione per conquistare il cuore della bella. Al contrario, il conte, crede che così come ha comperato il titolo, possa procurarsi l'amore di Mirandolina acquistandole numerosi regali. L'astuta locandiera, da buona mercante, non si concede a nessuno dei due, lasciando intatta l'illusione di una possibile conquista. I nobili clienti, invaghiti, tardano a lasciare l'osteria, e così facendo contribuiscono alla crescita del profitto della locanda.

    L'arrivo del Cavaliere di Ripafratta, un aristocratico altezzoso ed un misogino incallito che disprezza ogni donna, sconvolge il fragile equilibrio instauratosi nella locanda. Il Cavaliere, ancorato alle sue origini di sangue blu, lamentandosi del servizio scadente della locanda, detta ordini a Mirandolina, e rimprovera il conte ed il marchese di essersi abbassati a corteggiare una popolana.
    Mirandolina, ferita nel suo orgoglio femminile e non essendo abituata ad essere trattata come una serva, si promette di far sì che il cavaliere s'innamori di lei.


    Secondo atto

    In breve tempo, la protagonista riesce nel suo intento, usando uno dopo l'altro diversi stratagemmi e perseguendo una strategia di seduzione ben pianificata e generosa di scene umoristiche; il Cavaliere cede, e tutto il sentimento d'odio che provava si tramuta in un appassionato amore che lo tormenta.
    Proprio il suo disprezzo verso il sesso femminile lo ha reso vulnerabile alle malizie della locandiera, poiché non conoscendo le armi nemiche (lacrime, falsi svenimenti, temibile e intrigante mescolanza tra verità e bugie) non ha potuto difendersi.
    All'inizio del secondo atto, Mirandolina si mostra sempre più gentile e piena di riguardi nei confronti del cavaliere, che da segni di cedimento. Addirittura, la locandiera riesce con astuzia a farsi invitare a pranzo dal cavaliere e fa finta di accennare di essersi innamorata di lui. Poi giunge il marchese, che si invita a pranzo al loro tavolo e fa assaggiare ai commensali un pessimo vino, che lui vanta come ottimo, mandandone poi ad assaggiare al conte. Il conte, in cambio del bicchierino ricevuto in omaggio, manda una bottiglia, provocando lo sdegno del marchese che esce di scena, portandosi via il vino. Poi Mirandolina comincia a comportarsi freddamente col cavaliere e se ne va via. Il conte, intanto, sta pranzando con le attrici, che lui conosce come tali e non come nobildonne, e queste per divertimento decidono di tentar di fare innamorare il cavaliere. Prima si propongono a lui come nobili, poi come commedianti, ma il cavaliere stizzito le respinge con parole offensive. Poi questi decide di lasciare la locanda, per non innamorarsi di Mirandolina. Allora, la locandiera, portandogli il conto finge di piangere e poi di svenire, il cavaliere si preoccupa e il conte ed il marchese, sopragiunti, insinuano che lui si sia innamorato.


    Terzo atto


    Mirandolina, però, inizia a rifiutare il cavaliere appena vede che il suo gioco ha funzionato. In tal modo, la sua vendetta è compiuta. Il marchese ed il conte, notando le speciali attenzioni di Mirandolina rivolte al cavaliere, bruciano di gelosia e vogliono vendicarsi del loro comune rivale in amore. Il cavaliere dilaniato dai due sentimenti contrastanti, non vuole far sapere che è caduto vittima dei lacci di una donna, ma freme ansiosamente di avere la locandiera per sé, ed è disposto perfino a usare la violenza per realizzare il suo fine.
    Mirandolina, con un abile stratagemma riappacifica i nobili, si sposa con il cameriere Fabrizio, che l'aveva sempre amata e che mirava a lei anche per diventare il padrone della locanda, e si ripromette di non giocare più con il cuore degli uomini.

    Mirandolina non ama Fabrizio, ma aveva promesso a suo padre, prima della morte, che l'avrebbe sposato. Accettando questa condizione, ella diviene la figura garante di un lieto fine. Mirandolina lo sposa conscia del fatto che potra mantenere la sua libertà, Fabrizio dato che egli sarà sempre il suo servo. All'inizio dell'atto, Fabrizio si mostra geloso verso Mirandolina, che poi riceve un dono prezioso dal cavaliere, una boccetta d’oro, ma lo rifiuta. Il cavaliere viene a lamentarsi con lei del rifiuto, ormai completamente innamorato, ma Mirandolina lo tratta con freddezza e disprezzo. Poi il marchese incontra il cavaliere ed insinua che si è innamorato, facendolo arrabbiare e andare via sdegnato, dimenticando la boccetta. Questa che cade nelle mani del marchese, il quale se ne vanta con Dejanira e, per sbaglio, gliela regala, credendola di poco valore. Quindi, a parlare col marchese viene il conte che, arrabbiato, gli annuncia che Mirandolina ora ama il cavaliere. I due così decidono di lasciare la locanda ed il conte si offre addirittura di pagare il conto per entrambi. Intanto, Mirandolina comincia a preoccuparsi di aver fatto innamorare troppo il cavaliere e decide di risolvere la questione sposando Fabrizio, per “mettere al coperto il mio interesse e la mia reputazione, senza pregiudicare alla mia libertà”. Mirandolina chiama Fabrizio, ma poi giunge il cavaliere e lei fugge via prima che costui possa entrare nella stanza. Fabrizio, temendo le intenzioni dell’amante impazzito, chiama aiuto e sopraggiungono il conte ed il marchese. Il cavaliere caccia malamente Fabrizio, litiga col conte e si appresta a duellare con lui, usando la spada presa al marchese, anche se è rotta a metà. Intervengono però Mirandolina e Fabrizio e la locandiera sostiene che il cavaliere non la ama, altrimenti sarebbe caduto al suo fingere un innamoramento. Il cavaliere, che vi è caduto, capisce l’inganno e la beffa di Mirandolina. Poi questa annuncia che non sposerà ne il conte, ne il marchese, ne il cavaliere, ma Fabrizio, ponendo fine alle gelosie fra i tre. Il cavaliere se ne va adirato, mentre gli altri due benedicono le nozze, l’uno con un dono di 300 scudi, l’altro con uno dono di 12 zecchini, quelli che si era fatto prestare dal conte per pagare l’alloggio alla locanda. Il cavaliere parte, Mirandolina convince Fabrizio a sposarla promettendogli di non divertirsi più a far innamorare gli uomini e, rifiutando i doni e la protezione dei due pretendenti, chiede loro di cambiare locanda per non importunarla più. Per finale, Mirandolina avverte il pubblico di ricordarsi, per non cadere in inganni d’amore, della locandiera.



    Scheda dei Personaggi della Locandiera


    * Il Cavaliere di Ripafratta
    * Il Marchese di Forlipopoli
    * Il Conte d'Albafiorita
    * Mirandolina, locandiera
    * Ortensia, comica
    * Dejanira, comica
    * Fabrizio, cameriere di locanda
    * Servitore, del Cavaliere
    * Servitore, del Conte


    Mirandolina: e' la maliziosa locandiera che accetta la corte dei suoi clienti, riuscendo contemporaneamente a tenere legato a se il cameriere promesso sposo Fabrizio. Rappresenta le donne che si dilettano a tenere in proprio potere gli uomini, strapazzandoli e usandoli in qualsiasi modo desiderano. Il trionfo di Mirandolina su coloro che disprezzano le donne e' solo apparente: in questa commedia riceve la sua punizione: il cavaliere che a tutti costi vuole umiliare, a causa delle sue scenate violente, la costringe a correre ai ripari e a sposare Fabrizio.

    Cavaliere di Ripafratta: ha la presunzione di essere inattaccabile al fascino femminile, oppone alle arti delle donne il proprio disprezzo, ma e' facilmente vinto da Mirandolina. Si vergogna dei suoi sentimenti di fronte ai conoscenti. Alla fine ammette che per vincere le donne non basta disprezzarle, ma fuggirle.

    Fabrizio: e' il cameriere di Mirandolina e suo futuro marito, di cui la locandiera fa quello che vuole. Nonostante la sua perplessita' di fronte al comportamento di Mirandolina, che accetta la corte degli avventori e si diletta ad innamorare gli uomini, si fa presto convincere a sposarla, con solo poche parole e qualche moina.

    Marchese di Forlipopoli: rappresenta il nobile decaduto, fuori dal suo tempo, che continua a fare affidamento sul suo titolo nobiliare, mentre quello che conta e' il denaro. e' avaro, ma vanitoso e presuntuoso.

    Conte d'Albafiorita: e' un membro della nobilta' ricca, che ammette di dovere la sua influenza al denaro e lo considera molto piu' importante della presunta influenza del marchese e della protezione che egli puo' offrire alla locandiera.


    Analisi del testo

    Lo stile dell'opera


    Lo stile e' semplice e scorrevole, l'opera e' in dialetto fiorentino, in quanto la commedia e' ambientata a Firenze. Si tratta di una commedia in prosa.


    I temi della locandiera

    Nella commedia non ci sono riferimenti al di fuori del mondo reale e sensibile. I temi sono quelli della seduzione, dell'amore inteso come sentimento umano ed ingannevole, della presunzione di poter controllare razionalmente i propri sentimenti. la donna in questa commedia e' un nemico da fuggire, che maltratta e sfrutta coloro che prende al suo laccio (l'amore come arma), mentre gli uomini sono ai suoi piedi, incapaci di comprendere in che modo vengono raggirati (tema dell'intontimento amoroso?). L'amore per la donna e' un mezzo per avere influenza, cosi' come lo e' il denaro per il conte ed il titolo per il marchese. L'autore sembra incoraggiare l'odio verso le donne come Mirandolina, nella terribile invettiva del Cavaliere, quando gli viene svelato di essere stato raggirato.


    L'interpretazione proposta nell'introduzione e nel monologo finale

    La morale dichiarata del pezzo si ricollega all'ars amandi, dunque ad un'arte al tempo riservata agli uomini: l'uomo deve essere messo in guardia da malizie e tranelli escogitati dalle donne, furbe e dotate di armi pericolose.

    Si tratta comunque di una morale pro forma, dato che Goldoni stesso nutre per lo più simpatia per il personaggio di Mirandolina. È infatti uno dei pochissimi che non deve il suo comicismo a ridicoli difetti: piuttosto il pubblico riderà della sua maliziosa furbizia. L'introduzione del pezzo (L'autore a chi legge) propone una lettura più semplice e convincente, parlando dei difetti del cavaliere e della sua tendenza a incappare in situazioni di sofferenza ed avvilimento. Se ci si concentra sui caratteri dei personaggi, si noterà come la furbizia e la malizia di Mirandolina vincono sulla presunzione e sull'ostinazione del cavaliere mitico.


    Ambientazione spazio-temporale

    La commedia e' ambientata a Firenze in una locanda. Il tempo e' contemporaneo a quello in cui scrive l'autore, che per la sua nuova commedia si rifa' alla vita di tutti i giorni. Il 1700 e' il secolo dell'illuminismo in cui ogni riferimento al di fuori del mondo reale non e' considerato, cosi' come non vi sono accenni alla religione. In questo periodo la nobilta' in quanto tale perde d'importanza, mentre e' fondamentale il potere economico dei nobili, specie al di fuori dei loro territori. La commedia infatti si riferisce al mondo della borghesia che incomincia ad avere in questo secolo grande importanza (bisogna aver presente la rivoluzione francese),e che costituiva il pubblico delle commedie di Goldoni.


    Fonte: Wikipedia
     
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  2. mantu
     
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    thanks for briefing it :-)
     
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1 replies since 19/4/2009, 16:46   48251 views
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