D'Annunzio - Il panismo, "Le stirpi canore"

Il mito panico dell'ALCYONE

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  1. .Wolfpack.
     
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    Il mito panico dell'ALCYONE



    Il rapporto poeta-natura assume in D'Annunzio una forma eccezionale: la natura si antropomorfizza, assume vesti mitiche, e l'uomo si naturalizza, divenendo una creatura "silvana".
    L'IO trova a contatto con la natura una certa familiarità, si fonde con essa, si identifica con le varie presenze naturali, animali, vegetali, minerali, trasfigurandosi e potenziandosi.
    Non a caso la natura si identifica, nell'Alcyone (il terzo libro de "Le laudi"), con il principio femminile ed è pervasa da una forza erotica: il poeta ne percepisce le sensazioni come provocazioni sessuali. La natura è ampio oggetto di conquista piena ed esaltante.
    Sul piano formale, il poeta ricerca una sottile musicalità e l'impiego di un linguaggio analogico. Una poesia pura, che risponde al nucleo più genuino del poeta.
    L'esperienza pànica non è che una manifestazione del superomismo: solo al superuomo, creatura d'eccezione, è concesso di trasformarsi al contatto con la natura, attingendo ad una vita superiore al di là del limite umano. Solo il superuomo può cogliere ed esprimere l'armonia segreta della natura.

    LE STIRPI CANORE

    I miei carmi son prole
    delle foreste,
    altri dell'onde,
    altri delle arene,
    altri del Sole,
    altri del vento Argeste.
    Le mie parole
    sono profonde
    come la redici
    terrene,
    altre serene
    come i firmamenti,
    fervide come le vene
    degli adolescenti,
    ispide come i dumi,
    confuse come i fumi
    confusi,
    nette come i cristalli
    del monte,
    tremule come le fronde
    del pioppo,
    tumide come la nerici
    dei cavalli
    a galoppo,
    labili come i profumi
    diffusi,
    vergini come i calici
    appena schiusi,
    notturne come le rugiade
    dei cieli,
    funebri come gli asfodeli
    dell'Ade,
    pieghevoli come i salici
    dello stagno,
    tenui come i teli
    che fra due steli
    tesse il ragno.

    (Metà luglio-metà agosto 1902


    La lirica è una dichiarazione di poetica espressa per immagini. D'Annunzio afferma che i suoi versi nascono dalle foreste, dal mare, dalle spiaggie, dal sole, dal vento ed esprimono tutta la varietà d'aspetti del mondo. Se ne può dedurre l'idea di una poesia che, nella sua ricchezza inesauribile di forme, colori, suoni, riproduce la realtà. Di base c'è una fede nel potere della parola, capace di estrarre l'essenza delle cose e di darne un'equivalente lirico e musicale. Le parole sono cariche di vita, di energia, in grado di sostituirsi alle cose, e dietro la poesia si scorge l'ideale del poeta. Esaltando il valore della poesia, D'Annunzio esalta implicitamente il potere del superuomo in grado di creare il reale: la parola poetica è il privilegio del poeta-vate, che si innalza al di sopra degli uomini comuni e domina il resto dell'umanità.
    Il testo è costruito con il consueto virtuosismo tecnico, fonico, verbale, metrico. La struttura sintattica è molto semplice: il primo periodo è più breve, mentre il secondo è molto più lungo. Il primo è impostato sull'anafora di "altri", il secondo sulla ripetizione della parola "come". Il lessico è semplice, i versi brevi conferiscono al discorso un andamento rapido, fluido e musicale.
     
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  2. lorena...
     
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    Il titolo di questa poesia è "Le stirpi canore" perchè si riferisce alle origini del canto. Questa lirica è stata scritta da D'annunzio. Egli nasce nel 1863 da famiglia borghese, pubblica i suoi versi quando è studente liceale. Collabora a riviste letterarie e mondane. Viene definito uomo raffinato per le avventure sentimentali e per i suoi gesti eroici. Nel 1919 occupa la città di Fiume. La sua arte è definita "estetizzante" per la preziosità e la musicalità del linguaggio. Muore nel 1938 a 75 anni. Le figure retoriche sono: I mie carmi sono prole (metafora), altri (anafora) che crea un senso di infinitudine, pronde, ole sole (assonanza) argeste, foreste (assonanza). come... (14 similitudini) e enjambement. La parola è uno strumento di forza e potere per arrivare alla realtà. Le frasi sintattiche sono semplici. La rima ritorna alla fine di ogni concetto. I suoni sono tenui e dolci. D'annunzio da importanza agli animali e agli elementi della natura. Le caratteristiche delle sue parole sono accostate con il criterio della verosomiglianza.
     
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1 replies since 13/3/2009, 19:57   15718 views
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