Le dieci canzoni più gay della storia!

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    10 - I Love The Nightlife - Alicia Bridges
    Incollata a film d’argomento non poteva non finire qui, in questa classifica. La meno conosciuta delle dieci della classifica è anche uno dei pochissimi successi di Alicia Bridges. Il testo? Rimanda le discussioni, ha solo voglia, una gran voglia di ballare e non pensare!




    9 - Vogue - Madonna
    Il Vogueing fu un fenomeno nato nella sottocultura dei gay non-bianchi, specie neri e ispanici. Madonna lo studiò e lo narrò. Con Vogue descrisse le "sfrante" che vivevano in funzione della moda, e che avevano per unico sogno entrare a far parte di quel mondo. Le mosse e le dinamiche si incollarono a questo spicchio della comunità omosessuale che fece della canzone un inno.



    8 - Xanadu - Olivia Newton-John
    Da sempre in odore di lesbismo la Newton John la canto per un film che non ebbe successo ma piacque tantissimo alla comunità. Parla di un posto che è come il paradiso Xanadu (nella realtà fu una città fatta edificare da atta edificare da Kubilai Khan nel 1271 in Mongolia)...




    7 - Better The Devil You Know - Kylie Minogue
    Qui è già icona pop e bomba sexy. Per tutti gli anni 90 rimane una delle canzoni più suonate dai carri dei gay pride di tutto il mondo. Anche in America dove Kylie non ha mai avuto un vero successo di massa.




    6 - Go West - Pet Shop Boys
    "Go West" è un vecchio e travolgente successo dei Village People, inciso quasi per caso dopo che Chris lo aveva riascoltato nel suo lettore cd. Questa cover è una rilettura anche a livello di contenuti e sposta in parte il significato dalla libertà sessuale alla politica... Ma la libertà sessuale rimane eccome!




    5 - Your Disco Needs You
    Artista: Kylie Minogue
    OMOSEXUALS LOVE KYLIE

    Tutta la classifica, nel suo complesso, mostra una predilezione per la musica da ballare e per i testi che inneggiano alla libera espressione della propria personalità. Kylie sta bene ai gay ed entra due volte, piazzandosi settima e, appunto, quarta.

    Non dimentichiamoci che i compilatori sono australiani e allora riflettiamo sul fatto che la loro icona fa anche un po’ di smancerie al simbolo nazionale. Qui Kylie si muove sui ritmi synthpop dei Pet Shop Boys (in particolare di “Go West”) e tira fuori un singolo che, ovviamente, non vende poco.
    Icona!




    4 - It´s Raining Men
    Artista: The Weather Girls
    PREVISIONI DEL TEMPO: PIOGGIA DI UOMINI

    Ogni gay che si rispetti conosce la canzone e irrimediabilmente l’adora. Non è un processo di stilizzazione, il sondaggio dimostra che nel gradimento complessivo della comunità questa canzone mantiene numeri da podio. Ma qui si ferma al quarto.
    Proposta a Barbara Streisand prima e Diana Ross dopo non trovava un autrice in grado di renderla famosa. Ci pensarono due metereone, le “weather girls”.
    Bella e veloce grande risalto ed esposizione fu dovuta proprio all’interessamento degli omosessuali che la elessero ad inno proprio, distribuendone generosamente le note in ogni occasione pubblica!

    “Uscirò, lascerò che mi bagnino tutta / stanno piovendo uomini alleluja / stanno piovendo uomini / uomini di ogni tipo / alti biondi scuri e squallidi /duri e tosti forti e snelli”.





    3 - I Will Survive
    Artista: Gloria Gaynor
    L'INNO UFFICIALE

    Il concetto si indirizza alle storie d’amore ma la cantante volle proporre un allargamento. La rottura e i suoi effetti nell’animo e nel corpo di una ragazza obbligata a ripartire. Il copione propone la fine e la riscoperta, lui che si ripresenta in casa e lei che lo caccia, brillante, sicura e tanto triste, troppo innamorata di sé stessa per ricascarci.
    Divenne una canzone da donne, simbolica, potente, mondiale (tradotta in 20 lingue diverse) un messaggio di rivalsa delle “femmine” inscritta nel filone “empowerment” della comunità d’appartenenza. La rottura da cui Gloria riparte è tradizionale, lui ne ha fatte troppe, troppe pure per una che ha imparato a ingoiare il rospo. Fuori lui, si scopre lei. Sorride e si commuove, "ma allora io sono meglio di quello a cui m’aveva ridotto lui". Basta (fosse facile) cacciarlo. Che inferno per riassaporare la vita. Scatenarsi sopra fino a far sudare il dolore. Questione di sopravvivenza. Divenne inno ufficiale della comunità lgbt, probabilmente anche grazie al suo inserimento nella colonna sonora di "Priscilla la regina del deserto", un vero e proprio film cult della cinema gay.





    2 - YMCA
    Artista: Village People
    LO SVAGO PARTE DAGLI OSTELLI

    YMCA, che ha rasentato la leggenda, per quasi tutti quelli che lo ascoltano è un ritornello vuoto in cui muoversi e scatenarsi. Ma gli YMCA in realtà sono luoghi. In effetti YMCA vuol dire “Young Men’s Christian Organization”, che in italiano si tradurrebbe Organizzazione dei Giovani Cristiani. Si tratta di un’associazione fondata da un signore inglese di nome George Williams all’inizio dell’ottocento. Questa organizzazione esiste ancora, svolge molte attività educative, ricreative, di volontariato, ma è famosa soprattutto per gli ostelli YMCA, quelli che secondo la canzone costituivano negli anni settanta e ottanta un’occasione di svago promiscuo tra uomini.
    L 'effetto ironico nella canzone è ottenuto senza alcuna forzatura, semplicemente utilizzando slogan ed esortazioni che avrebbero potuto benissimo trovare posto nei depliant e nei manifesti della organizzazione. Trattandosi però di convitti e ostelli solo maschili, potevano anche rappresentare un luogo ideale per un gay (e così pare che fosse)..





    1 - Dancing Queen
    Artista: Abba
    LE RAGAZZINE SOGNANO L'AMORE

    Dance music sui generis, possibilmente retrò, con testo ambiguo giocato sull'amore e sulla libertà, sessuale e non. Presentato al Teatro dell'Opera di Stoccolma alla presenza del re di Svezia, alla vigilia del matrimonio dell'infanta a cui era dedicato.

    Il motivo descrive le sensazioni di una diciassettenne alla ricerca di se stessa nelle danze scatenate del venerdì sera e come dedica fa sorridere perché traccia le avventure di una minorenne saltellante di fiore in fiore che non sa con decisione su quale buttarsi.
    Fatto sta che ed è diventato la colonna sonora ufficiale del Gay Pride, inno di tutti, dai gay alle lesbiche passando per i trans. Dirà Benny Andersson: “Sono ancora sorpreso dal seguito che abbiamo nella comunità omosessuale. Molto dipende dai fantastici costumi di Agnetha e Frida. Io non ho ancora partecipato a un Gay Pride, ma potrei andarci la prossima volta a Stoccolma: è un’esperienza da vivere almeno una volta“.
     
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