Guglielmo d'Aquitania - Come il ramo del biancospino (commento e parafrasi)

testo originale e traduzione

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    Guglielmo d'Aquitania - Come il ramo del biancospino



    Guglielmo IX d'Aquitania, uno dei primi trovatori, era un potente feudatario nato nel 1071 e morto nel 1126. Di lui rimangono 11 componimenti detti Versi tra cui alcuni di questi d'ispirazione amorosa. Della sua attività politica ricordiamo l'insuccesso della spedizione i Terra Santa nel 1101 e il tentativo fallito si annettersi per due volte Tolosa.


    COME IL RAMO DEL BIANCOSPINO

    Nella dolcezza della primavera
    i boschi rinverdiscono, e gli uccelli
    cantano, ciascheduno in sua favella, 1
    giusta la melodia del nuovo canto.
    E' tempo, dunque, che ognuno si tragga
    presso a quel che più brama.

    Dall'essere che più mi giova e piace
    messaggero non vedo, né sigillo:
    perciò non ho riposo né allegrezza,
    né ardisco farmi innanzi
    finché non sappia di certo se l'esito
    sarà quale domando.

    Del nostro amore accade
    come del ramo del biancospino, 2
    che sta sulla pianta tremando
    la notte alla pioggia e al gelo,
    fino a domani, che il sole s'effonde 3
    infra le foglie verdi sulle fronde.

    Ancora mi rimembra d'un mattino
    che facemmo la pace tra noi due ,
    e che mi diede un dono così grande:
    il suo amore e il suo anello.
    Dio mi conceda ancor tanto di vita
    che il suo mantello copra le mie mani!

    (A.Roncaglia)
    TESTO IN LINGUA D'OC

    I Ab la dolchor del temps novel
    foillo li bosc, e li aucei
    chanton, chascus en lor lati,
    segon le vers del novel chan:
    adonc esta ben c'om s'aisi
    d'acho dont hom a plus talan.

    II De lai don plus m'es bon e bel
    non vei mesager ni sagel,
    per que mos cors non dorm ni ri
    ni no m'aus traire adenan,
    tro qu'eu sacha ben de la fi,
    s'eI'es aissi com eu deman.

    III La nostr'amor va enaissi
    com la brancha de l'albespi,
    qu'esta sobre l'arbr'en creman,
    la nuoit, ab la ploi'ez al gel,
    tro l'endeman, que·l sols s'espan
    per la feuilla vert el ramel.

    IV Enquer me menbra d'un mati
    que nos fezem de guerra fi
    e que·m donet un don tan gran:
    sa drudari'e son anel.
    Enquer me lais Dieus viure tan
    qu'aia mas mans soz son mantel!

    V Qu'eu non ai soing d'estraing lati
    que·m parta de mon Bon Vezi;
    qu'eu sai de paraulas com van,
    ah un breu sermon que s'espel:
    que tal se van d'amor gaban,
    nos n'avem la pessa e·l coutel.



    Note

    1. ciascheduno in sua favella: ognuno nella sua lingua

    2.come del ramo del biancospino: similitudine

    3. s'effonde: si sparge, si diffonde

    Parafrasi

    I. Per la dolcezza della nuova stagione i boschi mettono le foglie e gli uccelli cantano, ciascuno nella sua lingua, secondo la melodia del nuovo canto: dunque è bene che ognuno si volga a ciò che più desidera.

    II. Dal luogo che più mi piace non mi arriva né messaggero né messaggio, sicché il cuore non dorme né ride, e io non oso farmi avanti finché non sono sicuro che il patto così come lo voglio.

    III. Il nostro amore è come il ramo del biancospino che intirizzisce sull'albero, la notte, nella pioggia e nel gelo, fino all'indomani, quando il sole si diffonde attraverso il verde fogliame sul ramoscello.

    IV. Ancora mi ricordo dì un mattino quando ponemmo fine alla nostra guerra con patto, e lei mi offri un dono così grande: il suo amore fedele e il suo anello. Ancora lasci Dio vivere tanto che io possa mettere le mie mani sotto il suo mantello.

    V. Io infatti non bado al latino ostile di quanti cercano di separarmi dal mio Buon Vicino; perché io so come vanno le parole, quando si recita una breve formula: che alcuni si vanno vantando dell'amore, e noi ne abbiamo il pezzo e il coltello.

    (riduzione in prosa di Girolamo Costanzo)


    Breve commento

    Nel testo di Guglielmo d'Aquitania, uno dei più antichi trovatori, sono presenti tutto le convenzioni topiche usate in seguito dai poeti provenzali. Tra queste ricordiamo: la metafora feudale (il poeta si rivolge alla sua donna come un vassallo al proprio signore). Nella lirica, infatti, sono presenti alcuni gesti simbolici che richiamano alla cerimonia dell'investitura. Alcuni esempi sono, l'anello regalato dall'amata al poeta, il giuramento di fedeltà e il poeta che mette le mani sotto il mantello dell'amata, analogia quest'ultima, con il gesto del feudatario che durante la cerimonia d'investitura, in segno di protezione, copriva il vassallo inginocchiato con un mantello. il senhals (il poeta per non compromettere la donna amata cela l'identità di questa con soprannomi o parafrasi). L'amore cortese è quasi sempre adultero e la donna è sempre di ceto elevato.
     
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  2. » Éire •
     
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    Io l'ho studiata come "Nella dolcezza della primavera"! Comunque la figura retorica nella terza strofa è davvero bella, concordo con la maggioranza dei critici!
     
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1 replies since 26/10/2009, 17:57   4354 views
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