Intervista a Serj Tankian

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  1. [M]isantropia
     
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    Intervista a Serj Tankian


    Incontriamo Serj Tankian a Bologna, appena prima dell'unica data italiana del tour di "Imperfect Harmonies". Mentre aspettiamo di intervistarlo, Serj parla di come non sia preoccupato delle eventuali reazioni dei suoi fan per aver sperimentato così tanto in questo suo ultimo progetto, soprattutto perché crede che questo sia quello che il suo pubblico è abituato ad aspettarsi da lui. Precisa inoltre che, in quanto artista, il suo interesse principale sia la continua ricerca di nuove sonorità e il fare quello che sente di fare. Infatti, già coi System Of A Down ogni album proponeva qualcosa di diverso. Ritiene che i suoi fan non vogliano sentire anno dopo anno le stesse cose, ma siano invece particolarmente predisposti alle novità.

    HO ASCOLTATO "IMPERFECT HARMONIES", E IL MIO PRIMO PENSIERO È STATO: "...MI PIACE!" IL SECONDO: "MA CHE GENERE DI MUSICA È QUESTO?". IL SUONO È MOLTO VARIO, COINVOLGENTE, CURIOSO E IN UN CERTO SENSO INASPETTATO. COSA PENSI DI QUESTI AGGETTIVI? CREDI CHE POSSANO DESCRIVERLO CORRETTAMENTE?

    ”Per me sono fantastici! Sì, sai, alcuni dei miei album preferiti sono proprio quelli che, metto su, e penso: ‘Ma-che-cazzo-è?’. La mia mente non riesce a definirlo, ma mi piace. Non so proprio cos'è e questa cosa mi fa venir voglia di ascoltarlo ancora, ancora e ancora e provare a immaginare cosa hanno fatto, perché lo hanno fatto... e per me questi sono gli album che continuo ad ascoltare più e più volte. Quelli che ascolto e ‘Oh, mi piace, bello’, e ne colgo subito l'essenza, sì, lo ascolto di nuovo, magari per tre volte. Ma quando ne incontro uno che non comprendo del tutto e che mi piace, lo ascolto ancora e ancora e nel corso degli anni avrò sempre voglia di tornare su quel disco”.

    SÌ, NEL TUO DISCO SEGUI UNA MELODIA E POI SALTA FUORI UNO STRUMENTO CHE NON TI ASPETTERESTI...

    “Già, è come un percorso, un enigma da sbrogliare, ascoltare quest'album in sequenza è come fare un viaggio. Sì, è certamente uno di quei dischi”.

    ASCOLTANDO "WINGS OF SUMMER" HO NOTATO UNA TROMBA. HAI SPERIMENTATO MOLTI NUOVI STRUMENTI, QUALI TRA QUESTI È IL TUO PREFERITO?

    “La tromba è il mio strumento preferito in assoluto. Lo è sempre stato. La tromba è il mio preferito e subito dopo viene il violoncello. Preferisco la tromba perché la puoi far suonare in modo allegro, ma la puoi anche rendere triste, e lei continuerà ad essere sexy (fa una risatina, ndR). Il violoncello invece è lo strumento che più si avvicina alla voce umana e questo mi piace. Adoro gli assoli di tromba, scrivere assoli di tromba. Ne ho uno nella seconda parte di ‘Charade’ (non in questo album ma in quello precedente), uno in ‘Wings of Summer’ e in ‘Reconstructive Demonstrations’ in ’Imperfect Harmonies’; ce ne sarà uno anche in un album che sto per registrare di cui ho scritto tutti gli arrangiamenti”.

    DURANTE LA REGISTRAZIONE DI QUESTO ALBUM, HAI SUONATO PERSONALMENTE QUALCHE STRUMENTO?

    “Ho suonato il piano, la maggior parte dei pezzi di chitarra, e ho programmato tutti i suoni di batteria. Ovviamente ho scritto tutta la parte orchestrale, ma è stata eseguita in studio da un'orchestra. Il basso e la batteria sono stati suonati da Mario e Troy, la mia touring band (the F.C.C., ndR), e Dan Monti ha suonato alcuni pezzi alla chitarra”.


    UN'ALTRA IMPRESSIONE RIGUARDO AD "IMPERFECT HARMONIES" È CHE ALCUNE CANZONI SEMBRANO LA COLONNA SONORA DI DIVERSI FILM. AD ESEMPIO "BEATUS" SI ADATTA A QUALCOSA TIPO... UNA SCENA D'AZIONE DI UN FILM ARABEGGIANTE. COSA NE PENSI? STO DELIRANDO?


    “No, è vero! Perché si passa da basi elettroniche viaggiando fino a suoni R'n'B combinati con canzoni sexy, canzoni d'amore, fino ad arrivare a canzoni adatte a folli scene d'azione...”.

    ...O A FILM EPICI...

    “Sì, penso più a qualcosa tipo Fellini. Sai, Fellini ha più parti scritte da compositori (di musica d'orchestra, ndR). Ad ogni modo questo album non ha le stesse vibrazioni ma penso che sia l'unione di due generi differenti, mixati insieme”.

    IN "YES, IT'S GENOCIDE" CANTI IN ARMENO. L'IDEA DI USARE LA TUA LINGUA MADRE NASCE DALLA RECENTE COLLABORAZIONE CON TUO PADRE? OPPURE CI SONO ALTRE RAGIONI?

    “Probabilmente la collaborazione con papà ha influito; semplicemente quando ho scritto questa canzone è venuta fuori in armeno”.

    E SOLITAMENTE COME FUNZIONA PER LE ALTRE CANZONI?

    “Questa l'ho pensata in armeno, le altre nascono in inglese”.

    COME È INIZIATA LA TUA COLLABORAZIONE CON IL BASSISTA ITALIANO MARIO PAGLIARULO?

    “Ahh, Mario, suppper Mario! (ride di gusto, ndR) Ho conosciuto Mario a Los Angeles. Stavamo cercando i musicisti per la touring band del tour ‘Elect the Dead’. Stavamo ascoltando vari candidati, è arrivato Mario e ha detto: ‘Ciao, io sono Mario’ e io: ‘Mario, io sono Sergio’ e poi: ‘vuoi un caffè?’ e tutto è iniziato così. Poi ha iniziato a suonare il basso e ‘mamma mia!’ (in italiano, ndR), è stato fottutamente fantastico. Ricordo che stava suonando la canzone più dura dell'album ‘The Unthinking Majority’ picchiando duro (canticchia il pezzo, ndR) e stava ballando, suonava così bene mentre ondeggiava col sorriso stampato in faccia e ho detto: ‘questo è il nostro ragazzo’. È favoloso”.

    ADORO LA TUA COVER DI "HOLIDAY IN CAMBODIA" COI FOO FIGHTERS. COSA PENSI IN GENERALE DELLE COVER?

    “Le cover mi piacciono, sono divertenti da fare. Io non ne ho fatte molte, ne ho fatta solo qualcuna durante la mia carriera. Coi System ne abbiamo fatte due o tre, penso, e con questa band ne abbiamo fatta qualcuna durante il nostro primo tour di ‘Elect the dead’. Abbiamo fatto una cover dei Beatles, abbiamo fatto ‘Holiday in Cambodia’, una cover degli Abba... avete presente la canzone degli Abba ‘Money’? (canta: ’Money Money Money’, ndR) Abbiamo fatto una canzone che partiva dalla loro ‘Money’ e arrivava alla nostra ‘Money’. Sì, son forti. Non sono un appassionato di cover, non ho mai studiato molto sulla musica di altri, ma una volta ogni tanto è bello farne una live”.

    ULTIMAMENTE SEI MOLTO ATTIVO SUI VARI SOCIAL NETWORK. INIZIALMENTE È STATA SOLO UNA STRATEGIA DI MARKETING OPPURE ANCHE UN MODO PER METTERTI IN CONTATTO COI TUOI FAN? SEI INTERESSATO ALLE LORO OPINIONI?

    “Una bella domanda. Ho iniziato inviando immagini e pareri, specialmente perché come artista penso che tu debba avere qualcosa da dire. Non dovresti solo dire: ‘Oh, sto bevendo un caffè da Starbucks’, sai, dovresti dire: ‘ehi, ho fatto qualcosa di cui sono davvero contento, eccolo qua’, oppure ‘Sono da qualche parte dove non sono mai stato, guardate questa foto!’. Dovresti aver qualcosa da dare. Quando registro un disco in studio, è dura tirar fuori qualcosa quotidianamente : ‘ehi, sto scrivendo una fantastica canzone oggi, ma la potrai ascoltare fra sei mesi’. Non ha senso per me. Di conseguenza quando sto registrando generalmente non comunico molto. Sono nel mio mondo, faccio musica come si presume che io faccia, non conosco nessuno, penso a chi dovrà ascoltarla, non penso a mia mamma, sono assolutamente dentro alla musica e faccio musica. Ma quando ho finito, allora voglio condividerlo con tutti. È in questo momento che inizio a comunicare. Sì, penso anch'io che sembri una strategia di marketing e in effetti lo è, ma non è quello che interessa a me. Per me è importante avere qualcosa da condividere”.

    SERJ, TU FAI MUSICA, SCRIVI LIBRI, SEI ATTIVO POLITICAMENTE. ATTRAVERSO OGNUNA DI QUESTE COSE VUOI DIFFONDERE DEI MESSAGGI. QUAL È IL TUO MEZZO PREFERITO PER CONDIVIDERLI?

    “Puoi andar fuori e parlare, tenere discorsi, e va bene, però penso che la gente farà fatica ad ascoltare quello che hai da dire. L'arte invece è un mezzo diretto per condividere un messaggio, qualsiasi messaggio. Tuttavia il messaggio non dovrebbe venire dall'artista, ma dovrebbe discendere dalla verità. L'artista dovrebbe solo presentare questa verità. Qualsiasi cosa tu scelga di fare, che sia intrattenimento, o anche qualcosa di divertente, va bene se è fatto con sincerità. Se il messaggio è autentico e non viene solo da te, ma dall'universo, e se tu come artista lo presenti bene, allora stai facendo bene il tuo lavoro. A volte anch'io non sono certo di quello che sto dicendo. Alcuni testi, quando mi guardo indietro, dieci anni dopo mi viene da dire: ‘wow, forse era qualcos'altro’. Sai, proprio perché non è venuto da me, non so se mi spiego, se sembra sensato. Non siamo noi che possediamo il copyright delle nostre ispirazioni, noi le presentiamo, questo è quello che facciamo. Viene da qualche altra parte, viene da tutti noi. È la nostra coscienza collettiva che crea la musica”.


    Tratto da: Metalitalia

     
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